LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO (pag. 9 nazionale – 29-10-2012)

AFFETTI E LACRIME – VIAGGIO DELLA MEMORIA

Salento, inglese sulla tomba del papà negato per tutta la vita

APPUNTAMENTO ALLE 10 – Domani aspetterà nel cimitero del paese i familiari mai conosciuti. Dopo il ritorno di lui in Italia, i genitori non si incontrarono più
Il pugliese, prigioniero di guerra in Gran Bretagna, conobbe sua madre in una fattoria. Le sue lettere dall’Italia furono fatte sparire
LECCE - “Una figlia della guerra” alla ricerca delle sue radici. Doreen Richardson, una signora inglese di Stoke by Nyland, un piccolo paese della contea di Suffolk, è in Puglia per cercare di incontrare i parenti italiani che non ha mai conosciuto. “Voglio pregare sulla tomba di mio padre e poi vedere i miei fratelli – dice - non chiedo altro. Vorrei abbracciarli e dire loro che sono importanti per me”. Doreen si recherà nel cimitero del paese del Nord Salento, dove riposa suo padre, domani alle 10. Lì attenderà con fiducia l’arrivo dei destinatari del suo accorato appello. Un appello dall’esito non scontato perché gli interessati, già informati dell’invito a loro rivolto, forse sorpresi dall’inaspettata visita, potrebbero essere rimasti “disorientati” dall’iniziativa.
Doreen, sessantotto anni, è nata nel 1944, a seguito di una tenera storia d’amore fra sua madre, Kathleen, e l’affascinante salentino Antonio (nome di fantasia), prigioniero di guerra nell’Inghilterra orientale. I suoi genitori si erano conosciuti nella fattoria “The Priory”, fra il 1942 e il 1943. Kathleen prestava servizio in campagna in qualità di volontaria nel programma “Land Army”, mentre Antonio era uno dei quattro prigionieri di guerra che accudivano il bestiame. Abitavano in due case diverse, ma a pochi metri l’uno dall’altra. Fu inevitabile, per i due, incontrarsi.
“Mia madre – racconta Doreen - s’innamorò del giovane italiano dai modi gentili e premurosi. Ad un certo punto, quando il rapporto fra i due diventò evidente, mio padre fu trasferito presso un’altra fattoria. Lui sapeva che mia madre, al momento del suo allontanamento, era incinta, ma non ebbe mai notizia della mia nascita. Da quel momento persero ogni contatto. Quando mio padre fu rimpatriato, dopo la guerra, cominciò a scrivere a mia madre. Nessuna delle sue lettere, però, giunse a destinazione. Mia nonna, infatti, d’accordo con il postino, requisì tutte le lettere. Dopo qualche anno mia madre, senza più notizie di mio padre, decise di sposarsi. Lo stesso fece mio padre in Italia. Ho scoperto di essere figlia di un italiano solo nel 1960. Fui io, dunque, a mettermi in contatto con mio padre che incontrai, in Inghilterra, nello stesso anno. In seguito ci siamo scambiate diverse lettere. E’ stato una persona fondamentale per la mia vita. Ecco perché voglio venire in Italia ed incontrare i miei fratelli”.
Rosario Faggiano