IL CORRIERE VINICOLO (pag. 9 – 28 maggio 2012)

Bollicine di Aleatico per i 150 anni dell’Unità

SALICE (Lecce) – Un vino spumante di qualità per celebrare i 150 anni di Unità italiana. Le cantine Leone de Castris (Puglia), Falesco (Alto Lazio) e “La guardiense” (Campania), presso la sala del museo aziendale “Piero e Salvatore Leone de Castris”, nei giorni scorsi hanno presentato i risultati positivi della realizzazione di un progetto originale ed ambizioso: spumantizzare l’Aleatico, ovvero un pregiato e raro vitigno tutto italiano, ovunque acclimatato “con note peculiari”. Le tre aziende, sotto la regia dell’enologo Riccardo Cotarella, hanno portato a compimento un percorso produttivo innovativo con la nascita di tre etichette: “I Mille” (Leone de Castris), “Anita” (Falesco) e “Teano” (La guardiense). Si tratta di tre vini ricavati dalla stessa tipologia di uva, ma prodotti in aree differenti per clima, terreno e tradizione. Con questi tre spumanti, ottenuti secondo un particolare procedimento comprendente la fermentazione in autoclave secondo il metodo Charmat, le Cantine interessate hanno voluto “ripercorrere lo Stivale omaggiandone la storia, la passione e il coraggio che hanno fatto grande il nostro Paese così come il nostro vino”.
Alla manifestazione, dedicata in modo particolare alla presentazione e degustazione dello spumante di casa “I Mille”, hanno partecipato, oltre che i rappresentanti delle tre cantine, numerosi giornalisti, operatori del settore e appassionati del vino. Sono intervenuti, fra gli altri, l’assessore regionale all’Agricoltura Dario Stefàno, il prefetto di Lecce Giuliana Perrotta, il presidente della Provincia Antonio Gabellone, il senatore Cosimo Gallo ed altre autorità civili e militari.
“Con questa iniziativa – spiega Piernicola Leone de Castris – abbiamo voluto dimostrare che il mondo del vino si può unire su progetti di qualità. Il nostro intento è quello di far conoscere meglio l’Aleatico, un vino storico italiano, fino a pochi anni fa quasi scomparso dal panorama produttivo nazionale. I vitigni autoctoni, peraltro, possono presentare elementi qualitativamente importanti di differenziazione rispetto alla globalizzazione del gusto a cui oggi stiamo assistendo”.
Rosario Faggiano